2010
Jan
11

Plugin VST nativi di Windows su GNU/Linux

L’articolo di oggi è un po’ lungo, mi scuso per il ritardo con cui lo pubblico, ma ci è voluto qualche giorno per organizzarlo completamente. Ringrazio tutti per l’attesa ed ora… bando alle ciance.

Può capitare che dopo essersi affidati per anni ai software commerciali DAW per la registrazione multitraccia e MIDI, accada che (chi per i costi delle licenze, chi per l’incompatibilità fra i programmi) si voglia passare al mondo open source. Lo scoglio più grande da affrontare è la soglia psicologica del costo della licenza. Solitamente chi ha già acquistato del software commerciale difficilmente smette di utilizzarlo se non diventa obsoleto, ma non è detto che passando a GNU/Linux dobbiamo necessariamente abbandonare tutto il software commerciale regolarmente acquistato. Fra i software che non dobbiamo abbandonare obbligatoriamente esistono i plugin VST.

VST_logo.jpg

VST sta per Virtual Studio Technology, e si tratta di una tecnologia proprietaria sviluppata da Steinberg (i creatori della DAW Cubase) che rende possibile generare i suoni tramite il computer. Il computer stesso diventa uno studio di registrazione, senza dover necessariamente collegare microfoni o attrezzatura varia. Con i VST è possibile ricreare qualsiasi (o quasi) tipo di strumento.

Nonostante l’integrazione dei plugin VST in Microsoft Windows sia nativa, i VST vengono sviluppati anche per Mac OSX. E tramite WINE e “WineAsio” è possibile utilizzarli anche con GNU/Linux.

Un passo importante per poter usare i VST con GNU/Linux è utilizzare WINE, uno dei progetti più importanti, verso il quale è catalizzata gran parte dell’attenzione mediatica. Il software WINE (Wine Is Not an Emulator) si occupa della “traduzione” delle librerie di Windows e le rende disponibili su GNU/Linux. Con WINE ci è possibile “tradurre” i plugin VST ed usarli connessi a Jack (programma di cui abbiamo già parlato) come un qualsiasi programma host.

Per prima cosa installiamo WINE e tutte le sue dipendenze. Vediamo come fare con Fedora:

[root@localhost:~]# yum -y install wine-dev libjack0.100.0-dev build-essential linux-lowlatency

E con Debian e derivate:

[root@localhost:~]# apt-get install wine-dev libjack0.100.0-dev build-essential linux-lowlatency

Dopo il download e l’installazione automatica scarichiamo “wineasio” dal progetto ufficiale su SourceForge. Ci scarichiamo anche la ASIO sdk. E’ necessario registrarsi al sito della Steinberg per il download, che rimane gratuito.

Ciò fatto scompattiamo entrambi i pacchetti.

[user@localhost:~]$ tar xjvf wineasio* | unzip asiosdk*

Prima di compilare wineasio occorre modificare il percorso di “Makefile“:

PREFIX = <root path you use>

Di solito dovrebbe essere:

PREFIX = /usr

oppure

PREFIX = /usr/local

Copiamo il file “asio.h” dal pacchetto asiosdk scaricato dal sito della Steinberg nella directory di wineasio e lanciamo i soliti “make” e, se non ci sono complicazioni “make install“.

Ultimo step. Come utente (non da root) lanciamo il comando:

[user@localhost:~]$ regsvr32 wineasio.dll

Ora che wineasio è installato dobbiamo configurare WINE perché “parli” con Jack. Sempre in modalità utente (e non root) lanciamo:

[user@localhost:~]$ winecfg 

wine_cfg_320.png

All’apertura della finestra di configurazione sotto il tab “audio” selezioniamo il flag “ALSA” e deselezioniamo “OSS“.

Finalmente anche WINE è in grado di interagire con Jack, ma ci rimane un altro passo da compiere. Necessitiamo di un software per Windows come Cubase che gestisca i plugin VST. VSTHost non è Cubase, ha molte funzioni in meno ma è anche molto più leggero e soprattutto è rilasciato sotto licenza LGPL. E’ il programma che fa per noi. Lo scarichiamo e lo scompattiamo nella directory di wine come segue:

unzip vsthost* ~/.wine/drive_c/Programmi 

Perché “VSTHost” funzioni ha bisogno di una DLL non presente in WINE. E’ possibile prelevarla online sul sito dll-files.com ed includerla in “~/.wine/drive_c/windows/system32” .

Ora che è tutto pronto possiamo finalmente avviare VSTHost e procedere con la configurazione.

[user@localhost:~]$ cd ~/.wine/drive_c/Programmi/vsthost
[user@localhost:~]$ wine vsthost.exe

Nel menu “Devices” - “Midi” selezionare come “Input MIDI” il device di ingresso, come per esempio la tastiera MIDI (se ce l’abbiamo).

Nel menu “Devices” - “Wave” selezionare come “Output Port” la voce: ASIO: “Wine Asio Driver” per indirizzare correttamente l’output audio.

Chiaramente ogni plugin avrà la sua caratteristica, le sue funzioni e il suo modo di funzionare. La qualità del risultato dipende anche e soprattutto dalla qualità del plugin utilizzato. Nell’immagine successiva mostro uno screenshot di Jack, Rosegarden, un plugin VST della Atmosphere e ZynAddSubFX che lavorano insieme.

all_together.png

In conclusione questo articolo vuole dimostrare come sia possibile l’interoperabilità (non sempre cercata) fra programmi disponibili solo per Windows e softwara applicativi open source sotto GNU/Linux. GNU/Linux con WINE ci offre la possibilità (la libertà) di operare a diversi livelli, di utilizzare degli ottimi applicativi nativamente non sviluppati per GNU/Linux e di creare prodotti di qualità per i nostri scopi utilizzando del software naturalmente e liberamente disponibile in rete.

Il passaggio da Windows o Mac verso GNU/Linux non dev’essere per forza traumatico. Ardour ha le medesime funzioni delle migliori DAW sul mercato: Cubase, Logic, Pro Tools, Acid, Ableton e molte altre. Come abbiamo visto i plugin VST di qualità regolarmente acquistati con questi accorgimenti continueranno a funzionare anche sotto GNU/Linux, e noi avremo finalmente la libertà di utilizzare il software che più si addice alle nostre esigenze.

Ricordo a tutti i lettori che tutto il software open source è “free“. Dall’inglese “gratuito” ma soprattutto “libero“, come da manifesto “free as in freedom“. Ardour ha una piccola comunità di sviluppatori alle spalle, la cui unica occupazione è lo sviluppo a tempo pieno del loro software. Ardour viene sviluppato costantemente e regolarmente, il progetto vive delle sole donazioni spontanee degli utenti che concorrono al pagamento dei pochi stipendi degli sviluppatori ed alla “tenuta in vita” del progetto. Se gli sviluppatori non ricevessero le nostre donazioni non avrebbero la possibilità di lavorare ad Ardour a tempo pieno, ed in breve il software potrebbe diventare obsoleto. Suggerisco a chiunque faccia di Ardour un uso professionale di destinare parte dei proventi (una qualsiasi cifra è ben accetta) del proprio lavoro al progetto, in questo modo avremo contribuito, anche in minima parte, al progetto ed entreremo a farne parte attivamente.

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