2009
Nov
16

Windows 7 e Chrome OS

Da poco è stato lanciato il nuovo sistema operativo di casa Microsoft, dal nome “Windows 7“. Ballmers ha dichiarato con largo anticipo che la settima versione di Windows avrebbe avuto più acquisti come sistema operativo e meno come vendita “allegata” all’hardware. Visto il recente flop di Vista questo trend era prevedibile, gli utenti che hanno comprato un computer “Vista compatible” spesso hanno fatto un downgrade a XP (che ormai ha 10 anni) perché più user friendly e meno esoso come risorse, anche se graficamente meno accattivante. In breve si è preferita l’usabilità all’estetica. E’ chiaro che avendo pubblicizzato Windows 7 come “una versione di Vista alleggerita“, bello come Vista ma anche usabile come XP, l’utente è “portato” verso l’upgrade a Windows 7 rispetto XP (che comunque rimane meno bello). Va ricordato che Vista aveva bisogno di circa 1GB di ram solo per gli effetti grafici, mentre XP è stato adattato con poco sforzo anche ai netbook. Il risultato si è previsto da solo, e infatti dai dati registrati nei primi giorni di settembre pare che “7” abbia già il 4% del mercato, un risultato molto alto vista la data di lancio, ma insignificante in termini di introiti per la Microsoft, visto che l’upgrade da Vista è stato “offerto” grazie al flop che è stato Vista.

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Windows 7 integra un’applicazione che permette la scelta del browser tramite download seguendo un link diretto al sito dei maggiori browser sul mercato. Questa è una scelta imposta dall’antitrust perché l’utente abbia la possibilità di scelta e non venga “monopolizzato” da Microsoft. A noi sembra che l’antitrust abbia avuto una malsana idea. Microsoft dovrebbe avere tutto il diritto di integrare nel proprio sistema operativo il proprio browser. Nella Fiat Punto c’è un motore Fiat, nessuno impone alla Fiat di dare la scelta fra motori Fiat, Wolkswagen o Ford. Diverso sarebbe se l’antitrust avesse imposto a tutti i “manutentori” di sistemi operativi di integrare un’applicazione che permetta la scelta dei maggiori browser. Anche nei Mac dovrebbe essere prevista la scelta fra Safari, Explorer, Firefox, Chrome… ma anche IceCat, IceWeasel, Konqueror e perché no Galeon ed Epiphany. E che dire di GNU/Linux? Non avrebbe più ragione di esistere visto che Microsoft ha dichiarato parecchi anni fa di non voler fare il porting di Explorer su GNU/Linux, l’utente non avrebbe la possibilità di scegliere.

La risposta a Windows 7 che invece cogita Google già da qualche anno è un sistema operativo dichiarato open source (liberamente scaricabile, distribuibile e modificabile) che ha il vantaggio di appoggiarsi ad una comunità potenzialmente infinita di programmatori per adattarlo a qualsiasi esigenza. ChromeOS. Secondo alcune indiscrezioni il lancio sul mercato avverrà questa settimana, ma riservo qualche perplessità sull’effettiva libertà di tale software. Ricordo un articolo di non molto tempo fa in cui due programmatori americani modificarono il codice di CromeOS (ancora in fase Alpha) per adattarlo alle funzioni di firewall. Google non fu d’accordo, perché in questo modo la destinazione d’uso del sistema operativo sarebbe modificata, e fece chiudere il progetto per vie legali. Devo dedurre che Google sia l’azienda detentrice di alcuni brevetti del software, chissà che i driver che rilasceranno inclusi nel sistema operativo stesso non siano proprietari, e che non se ne possa modificare la destinazione d’uso.

chromeos_logo.jpg

Certo è che ChromeOS avrà parecchie righe di codice open source, sarà gratuitamente scaricabile, distribuibile e modificabile per ciò che concerne tali “righe“, conterrà certamente anche del software gratuito si, ma proprietario. A mio avviso Google sta volutamente fuorviando gli utenti dichiarando ChromeOS open source, perché non lo è per intero (quantomeno non pare esserlo). Se mi compro una macchina rossa con portiere e cofano neri, la percentuale di colore più alta sarà il rosso, ma non posso dire di avere una macchina rossa. Ho una macchina rossa con portiere e cofano neri.

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